UN PONTE TRA MEMORIA e FUTURO
A Seveso, nel cuore della Brianza, c’è un luogo magico, che custodisce la memoria di una parte importante della storia della comunità.
E’ via Zeuner, 5: la vecchia area industriale a pochi passi dalla Stazione ferroviaria, dove sorgeva l’antica tessitura dei fratelli Schwarzembach.
Qui, dal 1884 fino a 1900 inoltrato, centinaia di persone, soprattutto donne, hanno lavorato alla produzione di una seta pregiata, che veniva esportata nel mondo
La tessitura era organizzata come una Crespi d’Adda in miniatura: c’erano gli stabilimenti che ospitavano i diversi reparti di produzione e, tutte intorno, le casette degli operai, quelle degli impiegati, i dormitori per chi non abitando lontano non poteva rincasare ogni sera, e c’era la scuola per i figli dei dipendenti.
Tra i reparti produttivi, quello più esterno, verso la strada e la ferrovia, era dedicato alla preparazione delle campionature. Alcuni anziani del paese ricordano ancora che, passando, dalla strada si potevano sentire le voci delle ragazze che lavoravano cantando le tipiche canzoni in dialetto brianzolo.
Da quando la tessitura ha dismesso l’attività, l’area è adibita a servii e a varie attività artigianali, che ancora oggi contribuiscono all’economia del territorio.
A ricordare la gloriosa storia della Schwarzembach, restano il vecchio spaccio aziendale, oggi trasformato nel negozio di Corrado Tessuti, e il busto in bronzo di Federico Zeuner, forgiato su richiesta delle operaie della fabbrica in onore del benemerito Direttore.
Il laboratorio di New Fairy si trova nel cuore della vecchia fabbrica, accanto all’antica ciminiera.
È un luogo unico e simbolico, dove ogni pietra, ogni mattone, ogni colonnina in ghisa che regge i soffitti a travatura lignea racconta una storia che merita di essere ricordata e tramandata, perché intere generazioni della nostra gente l’hanno attraversata e vi hanno messo radici.
Vi confesso che pensando a tutto questo, ogni volta che varco il cancello di via Zeuner 5 provo una forte emozione.
Emozione accresciuta dal ricordo di quando mia madre, una quarantina d’anni fa, lavorava come operaia in questo stesso luogo, allora adibito a fabbrica di imballaggi. Ho ancora nel cuore le immagini, i colori, gli odori sentiti quando, poco più che bambina, venivo a trovarla. Gli anni passano, gli edifici invecchiano, ma la vita vi scorre attraverso, non si ferma, si rinnova. Nel nostro piccolo, cerchiamo di darle una mano.
